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10 milioni alle TV pugliesi senza monitorare la qualità

sabato 26 maggio 2012

                         




di Giuseppe Antonelli **

Da alcuni giorni è iniziata sui nostri teleschermi la campagna di informazione per il passaggio della nostra Regione al digitale. Per la Puglia la transizione a questo nuovo sistema di trasmissione è prevista entro il 1° giugno 2012 assieme alla Basilicata. Per la provincia di Foggia questo switch-off è anticipato al 18 maggio essendo stata associata alla Regione Molise.
Per aiutare le TV pugliesi a questa transizione che comporta un notevole adeguamento tecnologico la Regione Puglia ha previsto, con un Bando del 23/6/2011 scaduto il 10/11/2011, uno stanziamento di 10 milioni di euro per contributi fino al 35% per le medie imprese che sale al 45% per le piccole imprese emittenti.
E’ uno sforzo economico non insignificante della Regione Puglia a favore delle emittenti televisive pugliesi in una stagione caratterizzata da ben altre emergenze e priorità sociali. Anche in questa occasione i Consiglieri Regionali di ogni latitudine in modo populistico sono intervenuti, ognuno per la propria realtà territoriale, a difesa della variegata famiglia televisiva pugliese. Non sappiamo se per ferma convinzione del ruolo essenziale dell’emittenza locale o per procurarsi un proprio “altoparlante” locale. La nostra Regione vede la presenza di ben 44 televisioni locali che presidiano il territorio regionale dal Tavoliere al Salento. Una nutrita galassia che gode di un sostegno economico annuo che grazie alla Legge Nr. 448 del 23 dicembre 1998 distribuirà nel 2012 alle Tv locali italiane 95 milioni di euro.
Così come per le altre Regioni italiane che ci hanno preceduto nel passaggio al digitale, anche per la Puglia, l’AIART (Associazione Italiana Telespettatori) avrebbe auspicato che l’elargizione dei 10 milioni di euro fosse stata preceduta da un importante impegno che la nostra Regione non ha onorato. Ci riferiamo ai risultati, non ancora resi noti, del monitoraggio del sistema televisivo locale. Infatti, nonostante il Co.Re.Com. Puglia (Comitato Regionale per le Comunicazioni), in virtù della delega firmata nel marzo 2009 con l’AGCom (Autorità Garante per le Comunicazioni), si sia dotato di una poderosa struttura tecnologica e umana (pedagogisti, avvocati, ingegneri, convenzione con Università) per adempiere al monitoraggio del sistema televisivo regionale, a oggi non siamo a conoscenza dei risultati che questa radiografia della galassia televisiva pugliese ha prodotto. La realizzazione del sistema di monitoraggio dell’emittenza televisiva pugliese, a seguito appalto di 130.000 euro, era stato aggiudicato alla Dyrecta di Galiano e C. con sede in Conversano in associazione temporanea con la LookUp srl di Cagliari. Ingenti, quindi, sono state le risorse economiche e umane impiegate per non partorire nemmeno un topolino rispetto agli impegni assunti nei confronti dell’Autorità Garante. Eppure la cornice istituzionale era da tempo pronta e definita negli Accordi Quadro del 2003 e del 2008 in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Anche l’Autorità Garante aveva predisposto i criteri con cui le Regioni (Corecom) avrebbero proceduto all’attività di monitoraggio delle emittenti televisive locali diffondendo un Vademecum in cui venivano precisate  le aree di monitoraggio: obblighi di programmazione, tutela dei minori, garanzia dell’utenza, limiti di affollamento della pubblicità, posizionamento di questa nella programmazione, i divieti di trasmissione di messaggi pubblicitari, le garanzie per assicurare un pluralismo socio-politico, infine, il regime sanzionatorio che potrebbe arrivare anche all’esclusione o alla riduzione dei contributi alle TV locali. In pratica un sistema di sorveglianza per monitorare la qualità dei contenuti televisivi trasmessi nella nostra Regione.
Temiamo che, forse, proprio la possibilità che una moltitudine di TV pugliesi potesse essere privata dei contributi regionali ha impedito la diffusione dei risultati di questo monitoraggio regionale. In presenza di questo scenario e in considerazione del fatto che in Italia la maggior parte delle infrazioni vengono commesse dalle emittenti locali è opportuno che l’associazionismo familiare e genitoriale, i media-educatori, le Scuole Diocesane di Comunicazioni Sociali, i politici particolarmente sensibili all’argomento, mettano in campo tutte quelle iniziative atte a ridurre questa specie di “zona franca” irrispettosa di vincoli e regole.
Anche nel campo dell’informazione e dell’intrattenimento televisivo occorre un sussulto di partecipazione attiva dal basso sia con lo stimolo verso le Istituzioni, la vigilanza, ma anche ed essenzialmente con la proposta al fine di incidere su quelle emittenti televisive locali la cui programmazione è farcita di banalità, violenza e volgarità. C’è un’Italia minore, bella, genuina, che nasce dai territori, che merita di essere raccontata. Storie vere che devono sostituire le imperanti televendite, le illusorie e offensive cartomanzie e gli avariati prodotti di magazzino di dubbia importazione che farciscono molti programmi televisivi locali. Solo le emittenti televisive che improntano la loro attività al servizio delle comunità locali e fanno della qualità dei contenuti trasmessi il loro punto di forza vanno sostenute ed incoraggiate con risorse pubbliche. Nemmeno un euro deve andare a quelle emittenti che offendono la dignità e la sensibilità dei telespettatori pugliesi.
E’ sconfortante notare come una delle più qualificanti e delicate deleghe, quella del monitoraggio del sistema televisivo locale, affidate dall’Autorità Garante ai Co.Re.Com  Regionali è sostanzialmente disattesa vuoi per la soffocante ipoteca dei partiti che grava su queste Autorità di Garanzia Territoriali, vuoi per un diffuso conflitto d’interessi presente nei Comitati Regionali per le Comunicazioni ove non è raro il legame tra i membri designati e la loro provenienza dal sistema editoriale e televisivo locale.
I cittadini pugliesi hanno diritto ad essere correttamente informati e dignitosamente intrattenuti da aziende televisive che ricevono risorse pubbliche per adempiere al loro servizio nel rispetto assoluto del telespettatore che non può essere considerato una mera unità di marketing da dare in pasto alla pubblicità.
                ** Presidente AIART Puglia
                     (Associazione Italiana Spettatori Onlus)


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