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LEGAMBIENTE :DECARBONIZZAZIONE E GREEN NEW DEAL- IL CASO BRINDISI

martedì 3 dicembre 2019
LEGAMBIENTE :DECARBONIZZAZIONE E GREEN NEW DEAL- IL CASO BRINDISINel congresso nazionale di Napoli Legambiente ha ben delineato il rapporto fra energia e clima e lepolitiche che consentono la transizione energetica, puntualizzando e documentando la propriaassoluta contrarietà alla realizzazione di nuove centrali termoelettriche a turbogas o a ciclocombinato.Gli scenari internazionali rappresentati nel congresso offrono dati allarmanti sul susseguirsi dieventi catastrofici, sull'aumento ben oltre i 2° della temperatura (l'obbiettivo della COOP21 diParigi era contenere l'aumento entro 1,5°) e di anidride carbonica e sulla crescita a dismisura deimigranti climatici (la FAO parla di 240.000.000 nel 2030).L'Unione Europea sembra voler affrontare seriamente il problema, programmando la dichiarazionedi emergenza climatica nei paesi membri e, dall'altro, soprattutto prevedendo scelte che consentanola riduzione delle emissioni in atmosfera del 55% nel 2030 e, addirittura del 100% nel 2050.L'Italia ha timidamente avviato un green new deal, che è limitato dalla ristrettezza delle risorsefinanziarie disponibili ed ha palesi contraddizioni. La Germania ha previsto investimenti per60.000.000.000 di € che rispecchino gli obbiettivi europei, potenzino sensibilmente la greeneconomy e le fonti rinnovabili e fra l'altro consentono nel 2030 la circolazione di 20.000.000 di autoelettriche e la presenza sulle strade di un 1.000.000 di colonnine di alimentazione. L'Italia hapredisposto un piano nazionale integrato energia clima nel quale si da spazio nella transizioneenergetica al gas, arrivando addirittura a focalizzare il capacity market ed i finanziamenti connessi(1.400.000.000 di € all'anno) sulla costruzione di nuovi impianti alimentati a gas.Ed in questo contesto che va correttamente interpretato il piano strategico 2019-2021 dell'enelrecentemente presentato. Del piano vengono magnificati i punti che dovrebbero dimostrare unagrande apertura verso le fonti rinnovabili e la mobilità elettrica (le 28.000 colonnine dialimentazione previste nel 2022 sono ben poca cosa rispetto all'obbiettivo sopracitato dellaGermania), ma la parte più contraddittoria è quella che indica nel 2030 e non nel 2025 dispostoCircolo Legambiente “Tonino Di Giulio”Tel. 330-523251www.legambientebrindisi.blogspot.ite-mail legambientebrindisi@gmail.com
CIRCOLO “TONINO DI GIULIO”Sede legale Via Colonne 5 – 72100 BrindisiC.F. 01452650748Iscrizione Registro Regionale n° 373dall'Unione Europea e dall'Italia la decarbonizzazione e la permenenza dei progetti di costruzione dinuove centrali termoelettriche a turbogas o a ciclo combinato.Enel evidentemente ritiene di poter prescindere dalle decisioni sancite di chiudere l'esercizio dellecentrali termoelette a carbone entro il 2025 ed interpreta a suo vantaggio le scelte carbon free e noncoal free (uscita dalla combustione del carbonio e non del solo carbone), puntando a riceverefinanziamenti per la transizione energetica in Italia verso impianti a gas nuovi, mentreincredibilmente chiude altri in esercizio antieconomici e del tutto contrastanti con il proclamatogreen new deal.A Brindisi Legambiente ha da tempo spiegato le ragioni della sua opposizione ai progetti di enel eda2a attualmente sottoposti alla valutazione della commissione VIA-VAS del Ministerodell'Ambiente ed ha presentato, unitamente a scuole superiori brindisine, idee progettuali per unpiano di rigenerazione che saranno esposte in una mostra a Palazzo Nervegna che si svolgerà dal 9al 13 dicembre con apertura dalle 17 alle 20.Accanto ad idee progettuali concernenti i parchi di Saline di Punta della Contessa e Fiume Grande edi Cerano Tramazzone, l'utilizzo per mobilità sostenibile dell'asse attrezzato, l'adduzione di acquapotabile per evitare il prelievo nella falda inquinata, la creazione di centri visite, di ricerca e dieducazione ambientale e di una vera e propria cittadella della scienza, oltre che di un palaeventi e diun palasport negli immensi carbonili coperti, Legambiente ha prospettato proposte in campoenergetico che garantiscano anche il reimpiego degli operai impegnati nella centrale termolettrica aiquali l'impianto a gas non offrirebbe più di 50 posti di lavoro. Nell'area occupata dalla centrale Brindisi nord, chiusa dal 2012 si potrebbe tenere in esercizio l'impianto fotovoltaico sul capannoneda destinare ad attività di ricerca, estendendo l'installazione nelle aree limitrofe al servizio delle opere, previste nel documento programmatico preliminare del PUG, dell'elettrificazione dell'area portuale e, in primo luogo, delle banchine.
Nel petrolchimico è prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 10 Mw e va avviata una fase che preveda nell'immediato le torce a terra, ma soprattutto processi di riconversione progressiva riguardanti l'utilizzo di biogas e la produzione di bioplastica. Sui due lati dell'asse attrezzato possono essere collocati pannelli fotovoltaici con accumulo, cosa che può avvenire anchenell'area di micorosa (44 ha), ma vanno anche valutati impianti a terra nell'area SIN o su areemarginali purché compatibili. Nei 270 ha di proprietà dell'enel possono essere realizzati un impiantodi produzione di energia elettrica e di idrogeno da moto ondoso, un impianto solare termodinamico,la già accennata cittadella della scienza con percorso lungo parte degli impianti esistenti dismessi,ulteriori impianti fotovoltaici, un centro di ricerca, di assistenza e di promozione di start-up su fontirinnovabili ed efficentamento energetico oltre che di analisi ambientale e strutture produttive qualiuna filiera di riciclo recupero e riuso di batterie al litio o di loro nuova produzione da destinare adaccumulo in campo energetico o nella mobilità sostenibile
Legambiente Brindisi Circolo T. Di GiulioIl


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