Dario Stefàno a Brindisi: “Il carbone non è compatibile con il nostro modello di sviluppo”
sabato 18 ottobre 2014
“Chiusura della Centrale Edipower di Brindisi Nord e graduale trasformazione a metano della centrale di Cerano, per risolvere il paradosso ambientale di questi anni”: è la proposta lanciata da Dario Stefàno a Brindisi durante la prima delle sei tappe tematiche del tour nelle province pugliesi dedicata all’Ambiente.
“L’ambiente – ha detto Stefàno – è la variabile fondamentale della nostra idea di sviluppo, e quindi è giunto il momento di pretendere che vengano rispettati gli accordi sottoscritti. Per cui va programmata la chiusura della centrale a nord della città, prevista da una convenzione che risale al 1996, con bonifica del sito e restituzione dell'area all’attività portuale”.
“Il carbone – ha poi proseguito – non è più compatibile con il nostro modello di sviluppo, che punta su turismo, agricoltura, paesaggio e ambiente e che ha cominciato già a dare risultati importanti.
Ed allora vogliamo una nuova convenzione tra Enel, Regione, Comune e Provincia con l’obiettivo di trasformare a metano la centrale di Cerano, prevedendo già nel periodo necessario alla trasformazione un minor utilizzo del carbone. Così come stabilito dalla legge regionale 31 del 2008”.
“Taranto con Ilva, il più grande polo siderurgico d'Europa – ha sottolineato - e Brindisi, il più importante polo energetico d'Italia con le sue tre centrali, sono tra i 57 siti di interesse nazionale per interventi di bonifica, sulla scorta dell’effettivo rischio sanitario. La Puglia ha il numero più elevato di emissioni di CO2 d’Italia (il 20% del dato nazionale) ma contemporaneamente è la prima regione per potenza installata di energie rinnovabili. La Puglia fornisce il contributo più importante nella direzione del pareggio del bilancio energetico nazionale: a fronte di un consumo di poco inferiore a 20 mila GWh, ne produce circa 37. E’ arrivato il tempo di rimediare a questo paradosso che ferisce ambiente e salute. Non vogliamo più soccombere al ricatto occupazionale o del sottosviluppo meridionale. La nostra idea di sviluppo noi ce l’abbiamo”.
“Noi vogliamo ora - ha aggiunto - che quella direttrice Brindisi-Taranto sia l'infrastruttura del collegamento di due poli di sviluppo e non il filo del degrado tra i due poli industriali del Salento. Vedo un contratto d'area, con il territorio al centro di una strategia di sviluppo: partiamo dal recupero dal degrado per far brillare i punti singolari di eccellenza, connettendoli fra loro ed esaltando le relazioni tra natura e cultura, con il patrimonio culturale e agricolo al centro. Chi dice che questo è un sogno non ha capito che noi sogniamo per vedere la visione, che noi pensiamo con i piedi per terra e siamo disponibili a progettare il futuro”.
“Individuiamo gli strumenti più utili per intervenire con una politica ambientale a tutto campo – ha concluso - . Un’idea ci viene anche dall’Europa:l’iniziativa strategica 2014-2020 lanciata dalla Commissione Europea denominata Mayors Adapt. La Regione potrà promuovere questo strumento per la prevenzione e la gestione degli impatti dei cambiamenti climatici: eventi meteorologici esterni (inondazioni) e problemi ambientali (erosione coste e falesie). La Puglia dovrà prendere per mano i Comuni, diventare la cabina di regia tra istituzioni comunitarie e territori, per fare della Puglia l’avamposto della lotta i cambiamenti climatici”.
In allegato immagini della serata.
“L’ambiente – ha detto Stefàno – è la variabile fondamentale della nostra idea di sviluppo, e quindi è giunto il momento di pretendere che vengano rispettati gli accordi sottoscritti. Per cui va programmata la chiusura della centrale a nord della città, prevista da una convenzione che risale al 1996, con bonifica del sito e restituzione dell'area all’attività portuale”.
“Il carbone – ha poi proseguito – non è più compatibile con il nostro modello di sviluppo, che punta su turismo, agricoltura, paesaggio e ambiente e che ha cominciato già a dare risultati importanti.
Ed allora vogliamo una nuova convenzione tra Enel, Regione, Comune e Provincia con l’obiettivo di trasformare a metano la centrale di Cerano, prevedendo già nel periodo necessario alla trasformazione un minor utilizzo del carbone. Così come stabilito dalla legge regionale 31 del 2008”.
“Taranto con Ilva, il più grande polo siderurgico d'Europa – ha sottolineato - e Brindisi, il più importante polo energetico d'Italia con le sue tre centrali, sono tra i 57 siti di interesse nazionale per interventi di bonifica, sulla scorta dell’effettivo rischio sanitario. La Puglia ha il numero più elevato di emissioni di CO2 d’Italia (il 20% del dato nazionale) ma contemporaneamente è la prima regione per potenza installata di energie rinnovabili. La Puglia fornisce il contributo più importante nella direzione del pareggio del bilancio energetico nazionale: a fronte di un consumo di poco inferiore a 20 mila GWh, ne produce circa 37. E’ arrivato il tempo di rimediare a questo paradosso che ferisce ambiente e salute. Non vogliamo più soccombere al ricatto occupazionale o del sottosviluppo meridionale. La nostra idea di sviluppo noi ce l’abbiamo”.
“Noi vogliamo ora - ha aggiunto - che quella direttrice Brindisi-Taranto sia l'infrastruttura del collegamento di due poli di sviluppo e non il filo del degrado tra i due poli industriali del Salento. Vedo un contratto d'area, con il territorio al centro di una strategia di sviluppo: partiamo dal recupero dal degrado per far brillare i punti singolari di eccellenza, connettendoli fra loro ed esaltando le relazioni tra natura e cultura, con il patrimonio culturale e agricolo al centro. Chi dice che questo è un sogno non ha capito che noi sogniamo per vedere la visione, che noi pensiamo con i piedi per terra e siamo disponibili a progettare il futuro”.
“Individuiamo gli strumenti più utili per intervenire con una politica ambientale a tutto campo – ha concluso - . Un’idea ci viene anche dall’Europa:l’iniziativa strategica 2014-2020 lanciata dalla Commissione Europea denominata Mayors Adapt. La Regione potrà promuovere questo strumento per la prevenzione e la gestione degli impatti dei cambiamenti climatici: eventi meteorologici esterni (inondazioni) e problemi ambientali (erosione coste e falesie). La Puglia dovrà prendere per mano i Comuni, diventare la cabina di regia tra istituzioni comunitarie e territori, per fare della Puglia l’avamposto della lotta i cambiamenti climatici”.
In allegato immagini della serata.
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