« Visualizza tutti i records in questa Rubrica
Versione Stampabile

L’INCENERITORE E’ COMPATIBILE CON IL MODELLO “APPEA”?.

giovedì 23 aprile 2015
L’INCENERITORE E’ COMPATIBILE CON IL MODELLO “APPEA”?.I Media informano che il Consorzio ASI sta valutando la richiesta avanzata da Nubile e CISA per la riattivazione della “piattaforma polifunzionale”, ex termomeccanica ed in particolare quella dell’inceneritore per portare in combustione il CSS (combustibile solido secondario) prodotto nell’impianto comunale gestito dalla stessa Nubile Srl.
Appare come se tale valutazione, da parte del Consorzio ASI, sia solo legata ad aspetti legali, amministrativi e di fidejussioni, prescindendo da quelli ambientali, sanitari, della tecnologia obsoleta dell’inceneritore e della “qualità” dello stesso CSS prodotto da Nubile e che nulla contano i pareri degli Enti territorialmente competenti, nonché quelli della popolazione brindisina.
E’ necessario rammentare che il Consorzio ASI è proprietario della “piattaforma” e da questa, per molti anni, ha recuperato notevoli risorse economiche; il Consorzio, quindi, si è, per buona parte della sua esistenza, finanziato con un impianto di incenerimento che portava in combustione rifiuti “tossici, nocivi e pericolosi ospedalieri”, i peggiori in assoluto, rivenienti da tutta Italia ed i cui effetti sulla salute dei Cittadini non sono noti.
Fa specie, quindi, che tale valutazione cozzi pesantemente con le recenti dichiarazioni del Presidente del Consorzio ASI che, con convinzione, ha riportato la volontà di attivare, nel territorio industriale amministrato, una Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata (APPEA), secondo le indicazioni del recente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR).
Ebbene, si ha l’impressione che nell’ambito del Consorzio ASI non si abbia una reale contezza di cosa sia una Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA secondo il Decreto n. 112/98 – Bersani) e quali siano le azioni di “governance” che portano a definire una program-mazione basata sui principi della “green economy”.
Se solo il Consorzio valutasse, con cognizione e razionalità, la realizzazione dell’APPEA, sono certo che lo stesso rigetterebbe la richiesta di Nubile e CISA, senza alcun altro tipo di valutazione.
Né è accettabile l’ombrello dell’occupazione dei dipendenti che, con tutta la solidarietà possibile, sono vittime dello stesso Consorzio, unico Ente economico in grado di produrre occupazione in funzione della capacità gestionale del territorio amministrato; altro che responsabilità addebitate alla “politica”, che ha tutti altri compiti.
Vi è quindi una sostanziale incongruenza fra il “voler” riattivare la piattaforma e puntare a realizzare un’APPEA.
Ancor di più oggi in Puglia, rispetto a gran parte dell’Italia, vi è una sostanziale incongruenza fra l’esistenza di Consorzi ASI, di gestione dei terreni industriali e gli stessi comuni che su quei terreni non hanno nessuna competenza; nel caso di Brindisi, ma il concetto è riferito a tutta la Puglia, i comuni di Brindisi, Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana non avendo alcuna competenza nella gestione della porzione industriale del proprio territorio, farebbero bene ad eliminare lo specifico assessorato!
Ancor di meno contano, rispetto ai comuni, le volontà gestionali delle aziende industria-li insediate che, invece, subiscono lungaggini amministrative e maggiori costi dei servizi.
Ciò è in forte contrasto con la normativa nazionale vigente (DL 112/98) e con la stessa visione comunitaria che prevedono, appunto, una governance diretta di Enti elettivi (comuni) ed aziende insediate, sui territori industriali.


Con esplicito riferimento alle norme esistenti è evidente che il Consorzio ASI rappresenta un “inutile orpello” alle procedure di gestione dell’area industriale; “orpello” che da WP si identifica, appunto, come un passaggio “artificioso ed inessenziale”.
“Orpello” ancor più se prodotto da un Ente Economico nel quale vengono riversate risorse pubbliche, di estrazione politica ed il cui rimanente peso economico per la gestione, ricade solo ed esclusivamente sulle aziende insediate.
Oggi si legge che il Consorzio ASI è avviato verso l’istituzione della APPEA, come normata dal recente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR); ciò non mi meraviglia e, per certi aspetti è anche comprensibile, in quanto la scelta di attivare la APPEA porta a difendere e legittimare i posti di lavoro ma anche rendite di posizione.
Resta il fatto che ritengo non sia possibile condividere positivamente l’attivazione di un’APPEA sul territorio industriale di Brindisi e/o di Puglia con la presenza del Consorzio ASI come “Soggetto Gestore Unico” e neppure come componente; sarebbe come cadere dalla “padella alla brace”, non cambierebbe nulla e resterebbe il solito “orpello”.
Questo (APEA) ormai consolidato strumento comunitario e nazionale di programmazione e di crescita economica ed ambientale del territorio industriale, passa attraverso un “modello” che snellisca procedure, costi di gestione e segua i principi della green-economy; modello questo che non può essere rappresentato dal Consorzio ASI ma solo ed esclusivamente dalle professionalità intrinseche delle aziende insediate e dalla governance politica dell’Ente territoriale (Comune) elettivamente abilitato.
In definitiva, sperando che il futuro dell’area industriale di Brindisi sia orientato su criteri di conduzione differenti rispetto al passato, non posso esimermi dal pormi alcuni quesiti che riguardano proprio gli aspetti ambientali dell’attuale gestione e dovuti a presumibili ingerenze nelle competenze quali:
- L’aver effettuato, già a partire dal 2003, la caratterizzazione chimica dei terreni pubblici e privati dell’area industriale e non aver effettuato la caratterizzazione dei primi 60 cm. di terreno, hanno costituito un danno notevole per l’economia pubblica e privata della zona industriale ed un asfissiante prolungamento della procedura di rilascio dei terreni agli usi consentiti?
- L’aver autorizzato (congiuntamente alla Provincia) lo smaltimento abusivo di oltre 5.000 tonnellate di RSU in “ecoballe” napoletane, da parte della ex Alfa Edile, è stato un danno ambientale per la zona industriale ed un danno economico per il Comune di Brindisi e dei Cittadini che dovrà attivare la bonifica?
- Aver preventivato il raddoppio della discarica per rifiuti pericolosi e l’attivazione dell’inceneritore della “piattaforma”, dal Consorzio tanto auspicata, è stato un ulteriore danno paesaggistico ed ambientale all’area industriale?
- Ecc.
Si potrebbe continuare ad elencare attività in contrasto con il “modello” individuato nelle APPEA, ma crediamo che quanto riportato sia sufficiente per confermare, con la massima correttezza e rispetto dei ruoli, che il Consorzio ASI rimane un “inutile orpello”.
Brindisi ha bisogno di ben altro!

prof. dott. Francesco Magno



 

Torna su