Rigassificatore avevamo ragione
sabato 14 aprile 2012
RIGASSIFICATORE: AVEVAMO RAGIONE
Avevamo ragione: la costruzione del progettato rigassificatore è sotto ogni profilo censurabile e inammissibile.
Alla incompatibilità ambientale dovuta alla pericolosità dell’impianto per l’incolumità dei cittadini confermata di recente dal diniego dal Nulla Osta di Fattibilità da parte del CTR e alla inconciliabilità sociale per il suo insuperabile contrasto col modello di economia locale progettato dalle Amministrazioni locali e sostenuto dalla Regione Puglia si aggiunge ora la condanna penale dell’allora presidente pro tempore di British Gas Italia, Franco Fassio, per occupazione abusiva di area demaniale marittima con conseguente confisca dell’area interessata alla colmata già posta a suo tempo sotto sequestro. Una pronuncia che, pur avendo dovuto prendere atto di alcune amare prescrizioni per gravi reati, conferma i nostri tanti rilievi sull’illegittimità dell’opera progettata e punta ad impedire la reiterazione del reato contestato.
Da più di dieci anni la vicenda del rigassificatore pesa come una cappa di piombo sul destino del nostro territorio e ne impedisce le possibilità di sviluppo. Cosa aspettano le competenti Autorità ministeriali a prendere atto di una situazione oramai insostenibile e a revocare definitivamente la autorizzazione alla costruzione dell’impianto a suo tempo concessa e successivamente sospesa?
DANIELA D'ALO'
Brindisi, 13 aprile 2012
Avevamo ragione: la costruzione del progettato rigassificatore è sotto ogni profilo censurabile e inammissibile.
Alla incompatibilità ambientale dovuta alla pericolosità dell’impianto per l’incolumità dei cittadini confermata di recente dal diniego dal Nulla Osta di Fattibilità da parte del CTR e alla inconciliabilità sociale per il suo insuperabile contrasto col modello di economia locale progettato dalle Amministrazioni locali e sostenuto dalla Regione Puglia si aggiunge ora la condanna penale dell’allora presidente pro tempore di British Gas Italia, Franco Fassio, per occupazione abusiva di area demaniale marittima con conseguente confisca dell’area interessata alla colmata già posta a suo tempo sotto sequestro. Una pronuncia che, pur avendo dovuto prendere atto di alcune amare prescrizioni per gravi reati, conferma i nostri tanti rilievi sull’illegittimità dell’opera progettata e punta ad impedire la reiterazione del reato contestato.
Da più di dieci anni la vicenda del rigassificatore pesa come una cappa di piombo sul destino del nostro territorio e ne impedisce le possibilità di sviluppo. Cosa aspettano le competenti Autorità ministeriali a prendere atto di una situazione oramai insostenibile e a revocare definitivamente la autorizzazione alla costruzione dell’impianto a suo tempo concessa e successivamente sospesa?
DANIELA D'ALO'
Brindisi, 13 aprile 2012
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