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BRINDISI : FLAI CGIL SU MIGANTE MORTO

domenica 4 maggio 2025
BRINDISI : FLAI CGIL SU MIGANTE MORTOIl segretario generale della Flai Cgil pugliese, Antonio Ligorio: "Non si tratta più di casi isolati ma di un dramma strutturale"

"Ancora una volta, il volto di chi muore nei campi o ai margini del lavoro agricolo è quello di un uomo migrante, povero e invisibile". Antonio Ligorio, segretario generale della Flai Cgil Puglia, interviene con fermezza dopo la morte di Lamine Barro, il 27enne senegalese travolto da un'auto pirata mentre tornava in bici dal lavoro. Lamine, come tanti altri, lavorava anche di sera in un locale del centro per riuscire a sopravvivere. "La sua storia racconta una verità scomoda: in Italia si è poveri anche lavorando" dice Ligorio. Una condizione condivisa da migliaia di operai agricoli, intrappolati in una vita fatta di fatiche continue, doppi turni e nessuna garanzia. Alla tragedia di Lamine si aggiunge quella di un altro giovane uomo, un 35enne nigeriano morto nel CPR di Restinco. Due drammi diversi, ma uniti dalla stessa radice: un sistema che sfrutta e consuma le vite, in silenzio. Non si tratta più di casi isolati ma di un dramma strutturale. "In Italia, e in Puglia in particolare, si continua a morire per lavorare" denuncia Ligorio. "I campi restano, per troppi, luoghi di fatica senza diritti e senza ritorno". La filiera agricola è ancora dominata da logiche di profitto a ogni costo: turni estenuanti, trasporti insicuri, assenza di assistenza sanitaria, insediamenti informali, caporalato. Uno sfruttamento sistemico, tollerato da parte del mondo produttivo e spesso ignorato dalle istituzioni. La Puglia, terra ricca di storia contadina, è anche terra di disuguaglianze. Chi lavora la terra troppo spesso non ha nulla: né casa, né contratto, né voce. I migranti che raccolgono frutta, ortaggi, curano vigne e ulivi, continuano a morire di fatica, di caldo, di silenzi. Come Lamine. Come tanti altri corpi dimenticati nei campi.
"La morte non è mai neutra. È uno specchio, e oggi ci rimanda l'immagine di un Paese che ha smarrito la propria coscienza civile" continua il sindacalista, lanciando un appello urgente e non negoziabile: basta morti nei campi, stop allo sfruttamento, intervenire sul decreto flussi, regolarizzazione e accoglienza degna e patto per la giustizia agricola.
Serve strutturare un trasporto pubblico anche perché siamo alle porte delle grandi raccolte che vedrà una grande presenza di lavoratori immigrati.
"Morire nei campi non è solo cronaca, è una ferita aperta alla nostra democrazia e finché il lavoro non sarà davvero un diritto e uno strumento di vita, e non una condanna a morte, continueremo a lottare" conclude Ligorio.




Antonio Ligorio, segretario generale Flai Cgil Puglia

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