Parlamento Rurale Europeo
martedì 28 giugno 2022

https://docs.google.com/forms/d/1KmzVcU3eCI_QXjarmY5vPtnZjEJW_iOLhFiIUzPuyWo/edit
A dieci anni dalla sua fondazione, il Comitato Promotore dell’European Rural Parliament-Italy raggiunge un traguardo strategico per il futuro delle comunità rurali italiane, partendo dal genius loci siciliano e inaugurando così una campagna a lungo termine per esprimere la voce delle popolazioni rurali italiane in Europa.
Giunge in questi giorni il formale riconoscimento da parte del Parlamento Rurale Europeo (ERP) al Comitato Promotore della sezione italiana ERP-Italy, fondato in Sicilia nel 2012 e che oggi conta 24 membri ufficiali di cui 15 Gruppi di Azione Locale e 9 fra associazioni della ruralità e un parco fluviale, con un seguito copioso sui social media.
In occasione della prossima sessione dell’ERP, strettamente riservata ai soli “parlamentari rurali europei”, sono stati invitati il fondatore Presidente del Comitato promotore per l’Italia dell’ERP, Nino Sutera, responsabile dell’Osservatorio Politiche Neorurali e promotore della Libera Università dei Saperi & dei Sapori Onlus e il Segretario del Comitato, Sergio Campanella, direttore del GAL Eloro, delegato della Rete Rurale Siciliana (RRS) e dell’Agenzia per il Mediterraneo (ApM) presso il Comitato medesimo.
Tale riconoscimento rappresenta un fondamentale passo avanti verso l’inaugurazione dell’ERP-Italy, prevista per l’autunno prossimo, che finalmente costituirà un luogo di confronto genuinamente 'bottom-up', ossia di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e i politici che si occupano di ruralità, atto a consentire una migliore comprensione, una politica più efficace e di azione, volta ad affrontare le questioni rurali: la sezione italiana dell’ERP metterà dunque in campo un processo che fornisce opportunità concrete riguardo a questioni prioritarie della ruralità mediante la condivisione di idee e problemi tra persone e decisori al fine di sviluppare soluzioni nuove e creative, rafforzando la voce delle comunità rurali e aiutandole a influenzare le decisioni che le riguardano.
Un ruolo strategico verso il suddetto riconoscimento è stato svolto in seno all’ERP dal Manifesto della Ruralità, esteso a quattro mani dal Presidente e dal Segretario e condiviso fra tutti i membri e gli iscritti, nel quale sono enunciati i principi, i doveri, i diritti NATURALI DEI CONTADINI E DEI POPOLI INDIGENI e le innovazioni sostenibili legate alla terra e al suo utilizzo.
Riguardo a quest’ultimo aspetto, nel Manifesto sono considerati i diversi e strategici ambiti tematici AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System): cambiamenti climatici e patrimonio genetico, vegetale e zootecnico; alimenti funzionali e nutraceutica; innovazione e sostenibilità di processo/prodotto/organizzazione delle produzioni e delle filiere agroalimentari; conservazione, logistica e trasporti dei prodotti agro-alimentari; qualità, tipicità e sicurezza delle produzioni e delle filiere agroalimentari; valorizzazione dei sottoprodotti e degli scarti di tutte le produzioni agroalimentari per un sistema nazionale di circolarità delle produzioni; trattamento e smaltimento delle acque reflue nell’agroalimentare.
E proprio nell’ottica dell’attuazione di un disegno strategico di lungo periodo volto a promuovere una “specializzazione intelligente del sistema economico agroalimentare”, il Manifesto propone strumenti dedicati di gestione della conoscenza basati, oltre che sul monitoraggio e sulla valutazione dei progressi ottenuti nel corso del percorso attuativo, anche sulla creazione di un sistema di raccolta e diffusione di informazioni e dati, articolato su un arco tempo temporale di medio periodo che promuova il passaggio dall’attuale condizione di frammentazione e di limitata integrazione tra offerta di ricerca e domanda di innovazione a un sistema reticolare e cooperativo, partecipato dai diversi attori della domanda e dell’offerta nel mondo rurale. Gli strumenti proposti possono essere sintetizzati nell’apertura dei laboratori per valorizzare la capacità di ricerca esistente; nella creazione di un Osservatorio dell’Innovazione nel settore agroalimentare presso il Parlamento Rurale nazionale; nella costruzione di una Rete Nazionale degli Innovatori nel settore agroalimentare; e nell’interconnessione del patrimonio di saperi, buone pratiche, innovazioni nell’agroalimentare e nei settori ad esso connessi.
*direttore del GAL Eloro, lead expert URBACT e visiting professor su sviluppo locale sostenibile e innovazione territoriale all’Università di Alicante
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venerdì 17 giugno 2022
Veronelli la De.Co ....e gli altri
Recentemente l’ARS ha licenziato la Legge Istituzione e disciplina del Registro regionale telematico dei Comuni e dei relativi prodotti a denominazione comunale De.Co. Modifiche alla legge regionale 28 marzo 1995, n. 22.
La Legge ormai resa famosa per via dell’Art 5 che congela le nomine di sottogoverno 180 giorni prima del voto.
Che c’entra con le De.Co. non si capisce......
Costato con immenso piacere che alcuni aspetti sono state estrapolate da un mio scritto del 2012, circa dieci anni addietro (documentabile) Però la legge niente a che fare con le De.Co. che conosco io, mi occupo di De.Co. da tanti anni, comunque non mi permetterei di valutare e giudicare il lavoro di altri, dico solo che io conosco un’altra storia afferma Nino Sutera ideologo del percorso Borghi GeniusLoci De.Co.
Comunque l’articolato dell’impugnativa posto in essere dal Consiglio dei Ministri è condivisibile http://www.affariregionali.gov.it/banche-dati/dettaglioleggeregionale/?id=57117
Così come il Ricorso alla Corte costituzionale dell'Avvocatura generale dello Stato per il Presidente del Consiglio dei Ministri c/Regione siciliana per la declaratoria di incostituzionalità dell'articolo 1, commi 1 e 3, e degli articoli 2, 3 e 4 della legge regionale 18 marzo 2022, n. 3, recante: “Istituzione e disciplina del Registro regionale telematico dei Comuni e dei relativi prodotti a denominazione comunale De.Co. Modifiche alla legge regionale 28 marzo 1995, n. 22”.
http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g22-28/g22-28.pdf
Ed ecco l’altra storia….
Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.
L’ effetto GeniusLoci è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono: l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)
Luigi Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore lombardo, ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’enogastronomia italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori
Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.
È una lezione di dedizione, onestà intellettuale, e sana partigianeria che è di esempio in un campo, come quello dell’ ElaioEnoGastronomia cioè l’insieme di nozioni relative all’arte culinaria e alla cultura riguardante l'olio, il vino e il buon cibo, verso il quale l’interesse continua a crescere, insieme alle sfide che questo pone.
Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono tuttavia quattro principi, la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea dei Borghi GeniusLoci De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali. Non potendo legare l'azione di forza alla qualità normata dai Reg. comunitari, sta nell'unicità dell'identità l'azione vincente.
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono strumenti impropri e totalmente inutili.
Era il 1956 quando Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”. Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico (1953-1963) cioè quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo, Veronelli sarebbe di nuovo tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”. Veronelli in questo come in tanti altri temi, è stato un antesignano, un intellettuale a tutto campo, ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità, e di contraddizioni, capace di vedere lontano. I suoi pensieri sul turismo e sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati nel contesto storico in cui sono stati enunciati. Ma d’altra parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita, non hai mai smesso di essere curioso e attento a cogliere le novità.
Di tutto questo nella legge non c’è traccia e forse anche per questo è stata impugnata.
Infine in Italia tutti sanno che la De.Co. quella non conflittuale, vanno attribuite a chi li ha ideate cioè a Luigi Veronelli, bene, nella Legge non viene citato neanche una volta,....perchè?
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domenica 5 giugno 2022
"DiVino Festival" dal 29 al 31 luglio a Castelbuono
"DiVino Festival" dal 29 al 31 luglio a Castelbuono il tradizionale galà enogastronomico estivo
Eventi unici, convegni, spettacoli, incontri e degustazioni delle migliori etichette e dei piatti tipici del territorio.
Era il 2007 quando, per la prima volta, il "DiVino Festival" (http://www.divinofestival.it) prese il via nell'atrio esterno del monumentale e maestoso Castello dei Ventimiglia di Castelbuono, con l'incontro tra quattro diversi produttori vinicoli internazionali : Murgo, Abbazia Santa Anastasia, Fatascià e Tasca d'Almerita.
La manifestazione riuscì a imporsi rapidamente nell'immaginario collettivo per la qualità del vino e della buona cucina, per l'attenzione rivolta alle diverse aziende agricole del comprensorio madonita e alla valorizzazione del luogo, in un'atmosfera unica.
A distanza di anni, la rassegna non cambia la formula che ne ha decretato il successo nel corso del tempo ma, nel 2022, si arricchisce di spunti di riflessione e contenuti nuovi, che tengono conto delle dinamiche contemporanee.
Non a caso, la sedicesima edizione in programma nella cittadina madonita dal 29 al 31 luglio prossimi sarà dedicata al tema della pace.
Una rassegna "sensoriale" che mescola gusto, odori e suoni: per tre giorni, Castelbuono diventerà la capitale siciliana del vino e accoglierà oltre cento aziende provenienti da tutta Italia, insieme alle grandi personalità del mondo gastronomico.
Al centro, l'eccellenza produttiva protagonista assoluta di una rassegna ormai in cima nelle classifiche nazionali degli eventi enogastronomici legati alla bella stagione.
Non solo.
Il tradizionale appuntamento estivo nel fulgido borgo in provincia di Palermo, si è trasformato in uno degli eventi enogastronomici più importanti dell'isola: un galà che attrae, estate dopo estate, non soltanto gli appassionati e i cultori del vino dal palato raffinato, ma anche semplici curiosi e turisti che scelgono di trascorrere le vacanze a Castelbuono, un tempo ricca capitale della Contea e del Marchesato dei Principi di Ventimiglia.
Vie, piazze e vicoli saranno animati anche dalla presenza di sommelier e cuochi altamente qualificati: tra calici e assaggi, sarà possibile scoprire il meglio della produzione vitivinicola nostrana.
Senza dimenticare le "passeggiate" tra le varie cantine, un modo per celebrare le varie declinazioni del gusto nel territorio.
Tra i momenti più significativi del Festival, figura il "Concorso DiVino" : l'ormai celeberrima wine tasting, dal 2010, premia le cantine e le personalità internazionali più autorevoli che afferiscono al mondo del vino.
Un altro elemento focale della rassegna castelbuonese è rappresentato dal Premio Internazionale "Gusto DiVino" rivolto all'intero settore dell'enogastronomia mondiale.
Istituito nel 2010, rappresenta un riconoscimento dell'associazione "Amici PerBacco" a tutti coloro che, con le loro qualità, hanno svettato nell'ambito del comparto.
Nello specifico, a quei soggetti che si connotano quali protagonisti indiscussi del settore vitivinicolo, puntando alla massima qualità attraverso un lavoro serrato e una dedizione continua, l'alta professionalità e l'utilizzo dei mezzi di informazione quali alleati e compagni di viaggio in un percorso che mira a trasformare il vino in uno stile di vita, anche sotto il profilo culturale.
Marianna La Barbera
Giornalista pubblicista dal 2000 e professionista dal 2005, Marianna La Barbera ha iniziato la carriera nel mondo dell'informazione alla fine degli anni novanta, collaborando con il Giornale di Sicilia e con varie emittenti televisive quali TGS e TRM.
Negli stessi anni, scrive assiduamente per quotidiani e periodici cartacei: "Sicilia Tempo", "Centonove" e la rivista "Palermo", organo di informazione dell'allora Provincia Regionale, per citarne solo alcuni.
Nel tempo, ha scelto di declinare il proprio impegno professionale soprattutto nel settore degli uffici stampa, privilegiando la comunicazione istituzionale.
Attualmente, cura l'informazione esterna per alcuni settori all'interno di un'importante sigla sindacale ed è responsabile dell'ufficio stampa di enti pubblici e privati. Ha diretto periodici di informazione, prevalentemente economici, quali "APMI News" organo ufficiale dell'Associazione Piccole e Medie Imprese.
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martedì 31 maggio 2022
Macco di fave
IL MACCO DI FAVE
di
Luigi Parello
“Lu riccu è riccu pi diri abbonè, lu scarsu è scarsu pi diri chissu nenti è”
Il Macco di fave, in dialetto siciliano “u maccu” è una deliziosa crema di fave secche e sgusciate, un piatto tradizionale della cucina contadina. E’ stato da sempre considerato il cibo simbolo delle scorpacciate popolane, dei poveri che non potevano permettersi altro.
Questo piatto, meriterebbe il riconoscimento di prodotto identitario attraverso il percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co. previa attenta analisi storica per individuarne in quale località può vantarne l’origine. Un percorso da condividere con il territorio e per il territorio, che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche, culturali, etiche del territorio .
IL MACCO DI FAVE NELLA STORIA
Sembra che il Macco fosse un piatto già diffuso ai tempi degli antichi Romani.
Il nome “maccu” deriva infatti dal tardo latino, e vuol dire “schiacciare, ridurre in poltiglia”. Il termine si ricollega a Maccus (dal greco maccuan, che vuol dire “fare il cretino”), personaggio delle farse popolari romane (Fabulae Atellanae), progenitore di Pulcinella. Questa macchietta anticipava, sotto certi punti di vista, il ruolo dei servi sciocchi del Settecento: mangiatori ingordi e sempre insoddisfatti che, contrariamente a coloro che la fame non la pativano, si rimpinzavano di alimenti considerati grossolani.
Già nel 450 a.C. Aristofane, nella sua commedia Le rane, parla di una pietanza a base di fave schiacciate che Eracle mangia per trarre forza e nutrimento prima di intraprendere le sue straordinarie imprese amatorie.
La tradizione del Macco, cibo contadino per eccellenza, perfetto per “riempirsi la pancia” con poco, è testimoniata anche da numerosi proverbi e modi di dire siciliani, come per esempio “cogghiri l’ogghiu supra ‘u maccu” (raccogliere l’olio sul macco), riferito alle persone tirchie, che dosano ogni cosa con troppa parsimonia.
LE FAVE, FONTE DI ENERGIA
La coltivazione della fava arrivò in Italia già 5.000 anni fa tramite i viaggi di mercanti e commercianti tra Grecia ed Anatolia.
Questo legume, nel tempo, ha evocato numerosi simbolismi, spesso fra loro contrastanti.
Presso i Greci e i Romani, le fave non godevano di buona fama: si pensava che nei loro semi si nascondessero le anime dei defunti.
Altre credenze, invece, attribuivano alla fava proprietà afrodisiache.
In passato le fave secche erano il nutrimento tipico di molte persone appartenenti a classi non agiate e, per questo, venivano chiamate “la carne dei poveri”, perchè ricchissime di sostanze nutritive benefiche per la nostra alimentazione.
Le fave fanno parte della famiglia delle leguminose e sono ricche di proteine, fibre e sali minerali. Inoltre, essendo composte per l’84% da acqua, aiutano le funzioni depurative dei reni.
La loro coltivazione è molto diffusa nelle regioni del Sud Italia, in Sicilia in particolare, non solo per il consumo alimentare, ma per il ruolo di pianta “miglioratrice”, perfetta per il rinnovo di terreni argillosi e pesanti. La fava è, infatti, spesso utilizzata nella rotazione in precessione ai cereali, in particolare al frumento.
Le fave sono anche protagoniste di vari proverbi siciliani, come quannu i scorci caminanu, u favi sunnu chini , letteralmente “quando le bucce camminano le fave sono piene”, un po’ la trasposizione dialettale del vox pupuli vox Dei latino, espressione utilizzata per avvalorare alcune maldicenze.
Per preparare il Macco di fave occorrono le cosiddette fave cucivule, ovvero delle fave che si sciolgano facilmente in cottura. Fra queste, le più conosciute sono le “Larghe di Leonforte”, Presidio Slow Food dell’entroterra ennese.
IL MACCO NELLE FESTE TRADIZIONALI SICILIANE
Ogni anno a Ramacca, in provincia di Catania, il 19 marzo si festeggia San Giuseppe. La celebrazione è molto sentita dalla popolazione, e nelle case vengono allestiti altari con pietanze e cibi in onore del Santo.
La sera del 18 marzo è tradizione visitare gli altari delle famiglie, a cui hanno diritto innanzitutto i tri pirsuni, scelte fra le famiglie meno agiate della città, che rappresentano la Santa Famiglia di Nazareth. Dopo aver assaggiato tutto, i tri pirsuni avranno in dono metà della tavola imbandita.
Nel giorno 19, invece, in centro città viene allestita “la tavolata”, un enorme altare costituito dalle offerte dei cittadini, a cui partecipano nuovamente “i tri pirsuni”.
E’ proprio in questa occasione che viene servita “a pasta co maccu”, pasta fresca servita con una crema di fave e lenticchie.
A Raffadali, invece, in occasione della Festa della Madonna del Rosario, il primo fine settimana di ottobre viene organizzata la “Sagra del Macco”: Raffadali è, infatti, u paisi do maccu, dove questa pietanza ha avuto origine.
UN PIATTO, CENTO VARIANTI
Si prepara normalmente con le fave secche sgusciate, che si sciolgono grazie alla cottura prolungata. Esiste tuttavia la variante con le fave verdi, tipica del periodo di San Giuseppe, che ha naturalmente un colore più sgargiante di quello di fave secche ed ha bisogno di un minore tempo di cottura.
In ogni caso, le fave vengono munnati du’ voti, cioè sbucciate due volte: prima tolte dal baccello e poi private della loro pellicina.
Il Macco di fave è in origine una semplice crema di fave con cipollotto, spesso aromatizzata con il finocchietto selvatico che in Sicilia cresce spontaneamente in abbondanza; ma viene spesso arricchito con qualche verdura, come ad esempio le bietole (giritieddi o lassini) e la borragine (vurrani).
In dialetto si dice che la miglior maniera di gustare il Macco sia “ru fili ri pasta cu maccu e ricotta frisca a tignitè” (con due fili di pasta e ricotta in abbondanza).
Negli ultimi anni il Macco ha cambiato status e nella cucina contemporanea non rappresenta più solamente un piatto della cucina povera, quanto una cremosa base da arricchire con tocchetti di pancetta o anelli di calamari saltati in padella.
In Sicilia, è normalmente servito come primo piatto, a volte arricchito da pasta fresca, come nei lolli che’ favi ragusani, mentre la nuova tendenza degli chef è presentarlo in raffinate versioni finger food.
Ricetta
500 g di fave secche sgusciate
mezza cipolla
sale
olio extra vergine d’oliva
finocchietto selvatico (facoltativo)
La sera precedente alla preparazione mettere le fave in ammollo in acqua fredda. Il mattino seguente, sciacquare le fave.
Tritare finemente la cipolla.
Soffriggere la cipolla in un filo d’olio, aggiungere le fave, far rosolare un paio di minuti poi coprire d’acqua a filo con le fave.
Chi lo ama, può aggiungere un po’ di finocchietto selvatico.
Far cuocere a fuoco lento per circa 3 ore, con il coperchio, aggiungendo acqua ogni qual volta le fave lo richiedono e mischiando di tanto in tanto. Verso la fine della cottura, aggiustare di sale.
Servire in piatti da minestra accompagnando con crostini.
Completare con un filo d’olio a crudo e, a piacere, un pizzico di pepe nero o peperoncino.
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giovedì 19 maggio 2022
Caltagirone, presentazione del romanzo di Nuccia Vona
AlessioTerrito
Historias de Tango
Durante l'evento culturale, la consegna del riconoscimento di
“Custode dell’Identità Territoriale”
Per aver saputo esprimere in "Historias de Tango"
l’intimità di un popolo
La sezione di Caltagirone della Fidapa, con il patrocinio del Comune, ha organizzato, nel salone di rappresentanza “Mario Scelba” del municipio, l’evento culturale “Il Tango: storia, passione e comunicazione”, con la presentazione del romanzo di Nuccia Vona “Historias de Tango”.
Un’organizzazione straordinaria ha reso la serata emozionante e coinvolgente, alla presenza di tanti attenti partecipanti; un evento destinato a sedimentarsi nei ricordi più piacevoli.
Hanno preso parte, in una sala al completo, Enza Piazza Randazzini (presidente Fidapa), Fabio Roccuzzo (sindaco), Domenico Seminerio( scrittore), Nino Sutera (Direttore della Libera Università Rurale dei Saperi& dei Sapori Onlus), Claudio Lo Monaco (assessore alla Cultura) e chiaramente Nuccia Vona, autrice del libro.
La Libera Università Rurale dei Saperi e dei Sapori, diretta da Nino Sutera, ha insignito la scrittrice del prestigioso riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale”.
Un riconoscimento assegnato a coloro che, a vario titolo, promuovono la storia, le tradizioni e il patrimonio culturale dei luoghi; risorse di inestimabile valore che racchiudono le specificità locali, tutelandole rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende a livellare usi, costumi e prodotti, omogeneizzandoli, fagocitandoli.
A Nuccia Vona, autrice di Historias de Tango, è stato attribuito tale riconoscimento per aver saputo cogliere l’identità di un popolo dimenticato, la cui storia appartiene ai milioni di emigrati in Argentina da ogni località d’Italia e che, nell’estrinsecare i loro disagi, la loro nostalgia, i loro sentimenti ed anche la loro cultura, contribuirono fortemente alla nascita di un’espressione artistica, che è anche identitaria di un’epoca, quella del tango come musica, come poesia e come ballo.
La struttura narrativa, attraverso il filo conduttore del tango e con una scrittura scorrevole e delicata, si caratterizza come un percorso di introspezione nella vita dei diversi personaggi, riuscendo così a cogliere l’intimità di un popolo tra speranza, angoscia, passione ed eros, a servizio di un romanzo storico, che offre al lettore anche numerosi spunti di riflessione sull’epoca contemporanea.
Historias de Tango di Nuccia Vona, edito da Puntostampe, è stato definito un libro da leggere e da ascoltare ed ha raccolto lusinghiere recensioni anche da testate giornalistiche nazionali.
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domenica 28 febbraio 2021
Le De.Co da Veronelli ai Borghi GeniusLoci De.Co.
Le De.Co da Veronelli ai Borghi GeniusLoci De.Co.
di
NinoSutera
Direttore
Libera Università Rurale
Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co., è un percorso culturale, che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono tuttavia quattro principi, la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia e a costo zero Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea dei Borghi GeniusLoci De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali. Non potendo legare l'azione di forza alla qualità normata dai Reg. comunitari, sta nell'unicità dell'identità l'azione vincente.
Il “Genius Loci", definito da Luigi Veronelli quale intimo e imprescindibile legame fra uomo-ambiente-clima-cultura produttiva. «Effetto GeniusLoci» è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore .
Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento, un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune, a memoria futura oppure come occasione del presente, per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine.
Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario e diventa esperienza totale. In questo modo coinvolge immediatamente i quatto sensi, vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente ancorato ad un territorio tocca anche l’udito, perché si racconta e racconta il territorio. Quando arriva nel piatto, quel cibo ti ha detto tante cose e quando lo assapori diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo. Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo è caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione e l’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia. E’ quell’unicum che caratterizza la destinazione, quella particolare atmosfera che rende un posto così speciale agli occhi del visitatore.
Per trovarlo bisogna saper ascoltare, osservare, riconoscere. Tutto questo rientra nei cosiddetti “fattori di attrazione” di una luogo, nelle attrattive di un territorio che portano poi il turista a scegliere un posto piuttosto che un altro. Identificare il genius loci di un luogo non è cosa semplice, prevede un percorso culturale che miri ad indagare e studiare a fondo la cultura autoctona, le sue peculiarità, le sue problematiche.
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venerdì 12 febbraio 2021
cucina & disabilità
cucina&disabilità
di
GiovanniMontemaggiore
E' con vero piacere che aspettiamo l'arrivo a Sciacca nei giorni del 16/17/18 p.v. del neo- associato chef Anthony Andaloro: “Non ci vedo dalla fame ma...”... ma ci vedo con i Sensi” (questo il suo motto!) poichè è uno dei quattro chef al mondo non vedenti che opera correntemente ed imperterritamente, in barba alla Sua disabilità tra i fornelli. Mette in opera la non proprio semplice "Arte Culinaria", organizza corsi di cucina e programmi video. La venuta a Sciacca, da Sua iniziativa ci fà molto piacere ed onore in quanto inizia con Noi una carrellata di trasmissioni di cucina collegata al Territorio con una particolare attenzione alle caratteristiche dei luoghi, dei prodotti e dei piatti tipici. Saranno tre le giornate dedicate al Nostro territorio, con performance di cucina a quattro mani. La prima con lo chef Gianluca Interrante per preparare le "Ova a' murina" (tipico ed unico dolce di Sciacca) da realizzare presso il Baglio Antico Loco di Giovanna Barna. Il secondo giorno, assieme allo chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore, a bordo mare, una experience per preparare le "linguine alla Ferdinandea" che richiamano sul piatto la conformazione e la caratteristica vulcanica dell' Isola che non c'è, ma c'è, in quanto a pochi metri sotto il pelo dell'acqua!
Avremo anche il piacere di parlare del Distretto del bio Terre sicane delle
StradadelVino Terre Sicane
e dei vini Sambucesi.
Si parlerà anche di olio nutraceutico con il dott. Nino Sutera (anche lui socio della Delegazione siciliana dei Disciple). Nelle giornate che vedono gradito ospite il collega Anthony ci sarà una visita presso il Comune di Sciacca, organizzata dalla professoressa Gisella Mondino nella veste di Vice-sindaco, comprendente anche una visita guidata per la Città. Coorganizzatrice dell'evento la proprietaria del B&B Garibaldi Angela De Michele. Nei giorni a seguire, un altro incontro con i Disciple Chef Salvatore Gambuzza nel Suo ristorante "La scogliera" a Siculiana marina ed un altro con lo chef Tonino Butera (segretario regionale) del Bahia di Capo Russello a Realmonte.
Il programma ideato da Helga Corrao &
Pippo Scattareggia
, prodotto da mediaproduction e distribuito da EventiMessinaweb. Ancora un occasione ed un opportunità per parlare e mettere in risalto Sciacca ed il Suo Hinterland.
Con l'occasione, consegneremo allo chef Anthony, le insegne dei Disciple regionali e relativa tessera, nominandolo fiduciario regionale per il "settore disabilità
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sabato 9 gennaio 2021
2021 Anno internazionale della frutta e della verdura
L’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato il 2021 "Anno Internazionale della Frutta e della Verdura"- International Year of Fruits and Vegetables
La cosa migliore di frutta e verdura? La loro diversità!
Frutta e verdura sono
👇
🍍 nutriente, delizioso e diversificato
🥬 buono per il tuo sistema immunitario
🍒 pieno di fibre, vitamine e minerali
🥕 essenziale alimentare
🥭 semplicemente bello
Aiutateci a mostrare al mondo quanto sono importanti!
http://www.fao.org/fruits-vegetables-2021/it/?utm_source=twitter&utm_medium=social%20media&utm_campaign=fao&fbclid=IwAR2d99ACOPt7q8-s3LbukyT1WFTXDiKea0YmdLhoqUiYcmop0NE5-L2Jo_I
Pubblicato da UNIRURALE a 11:15:00 AM Nessun commento: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
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